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Attualità mercoledì 14 agosto 2019 ore 12:00

A Pianosa e Gorgona un progetto per i detenuti

Veduta del porticciolo di Pianosa

​La Regione aderisce al progetto di formazione e inserimento dei detenuti delle colonie agricole di Pianosa e di Gorgona, finanziato dal ministero



FIRENZE — Favorire la formazione e l'inserimento lavorativo dei detenuti presenti nelle isole di Pianosa e di Gorgona, dove sono localizzate due delle cinque colonie agricole penali presenti in Italia, affinché una volta usciti dal carcere possano avere più possibilità di integrarsi nella società.

Questo l'obiettivo, come spiegano dalla Regione Toscana in una nota, di un progetto del Ministero di Grazia e Giustizia di cui è stata individuata come beneficiaria anche la Regione Toscana insieme a Puglia, Abruzzo e Sardegna. Il progetto, a cui la giunta regionale ha aderito nella sua ultima seduta su proposta dell'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Cristina Grieco, vede la Toscana poter disporre di ha un budget complessivo di 1.300.000 euro, risorse che provengono dal Programma Operativo Nazionale (Pon) Inclusione.

In particolare il progetto della Regione Toscana intende creare un sistema integrato ed innovativo nel quale i detenuti possano imparare un mestiere ma che contestualmente promuova lo sviluppo di attività economiche, come produzioni agricole, compatibili a quei territori e tese alla tutela del loro habitat.

Il progetto avvierà quindi un'azione di potenziamento delle competenze dei detenuti attraverso attività formativa in aula e sul campo ma anche attraverso una serie di azioni pilota che prevederanno l'inserimento lavorativo in aziende del settore agricolo – grazie alla creazione e all'animazione di una rete territoriale finalizzata all'inserimento lavorativo e sociale - e il supporto a percorsi di autoimprenditorialità. 

Verranno così trasmesse al detenuto le competenze che gli permetteranno di acquisire le professionalità necessarie a garantire continuità lavorativa al momento del ritorno in libertà.

"E' importante – ha sottolineato l'assessore Cristina Grieco - che ai detenuti venga offerta, già negli istituti penitenziari, la possibilità di professionalizzarsi, imparare un mestiere e potersi creare un'opportunità di reinserimento lavorativo e sociale. Il lavoro è uno strumento fondamentale per la tutela della dignità umana e di 'reinserimento sociale' e si inserisce nel concetto più ampio di funzione rieducativa della pena".

Recenti studi, come spiegano dalla Regione Toscana, dimostrano infatti in modo inequivocabile che il tasso di recidiva dei soggetti che hanno avuto opportunità di svolgere attività formative e lavorative durante il periodo di esecuzione della pena, è molto inferiore rispetto agli altri: ciò è determinato, prevalentemente, dal reinserimento nel tessuto produttivo conseguente all'acquisizione di professionalità richieste dal mercato del lavoro.


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